Combattere la noia, tarda mattinata, vento leggero e freddo da nord

[Mikaili || New York, Central Park || Pugnale nello stivale e beretta nella fondina della giacca]

[La noia continuava a farsi sentire sempre di più; dall'ultimo incontro con un angelo, Mikaili si era ritrovato con le mani in mano, alla ricerca impossibile di qualcosa da fare.
C'era stato anche un momento, un folle momento, in cui aveva pensato di cercarsi un lavoro vero, diverso dai suoi sporadici impieghi presso un gruppo di semidei della zona Nord-Ovest della città, dove anche lui abitava da quel dannatissimo incendio assieme alla sua nipotina, Johanna.
Strinse i pugni, mentre il resto del suo corpo si tendeva contro il tronco a cui era appoggiato, ripensando a quei due esseri che avevano osato ingannare la sua famiglia al punto tale da distruggerla. Prima o poi li avrebbe ritrovati e li avrebbe uccisi a sangue freddo, gustandosi la vendetta.
Riaprì piano gli occhi, che aveva chiuso inconsciamente in un accesso d'ira, posandoli sul verde che aveva intorno. Era strano come passare del tempo all'aperto, in silenzio, avesse un così grande potere calmante su di lui.
In quel momento era appoggiato contro il tronco di un vecchio pino, mentre intorno a lui giacevano i resti del picnic che aveva consumato con la piccola Johanna. Guidato dai suoi pensieri, il suo sguardo si mosse verso la bambina di cinque anni; la sua adorata nipotina aveva passato le prime settimane a piangere, distrutta dal dolore per la perdita della sua famiglia, e aveva rifiutato quasi ogni contatto con lui, cosa comprensibile, dato che avevano passato insieme solo un anno circa prima dell'incendio. Fortunatamente, però, dopo più o meno un mese la piccola aveva cominciato a fidarsi, riconquistando quel carattere allegro e aperto che aveva sempre avuto; non era sorpreso, infatti, che in quel momento stesse chiacchierando concentrata con un'altra bambina e le loro bambole, intente a simulare un ballo.
Per quanto quella vista lo rassicurasse e gli desse un minimo di conforto, non era abbastanza per scacciare la noia, anche se non era sicuro di volere davvero che accadesse qualcosa di particolare.]

[Mikaili || New York, Central Park || Scimitarra in vita, pugnale nello stivale e beretta nella fondina della giacca]

[Tra tutte le cose che aveva immaginato potessero accadere, l'arrivo di un cane era sicuramente l'ultimo (o quasi) di una lunga lista. Insomma, voleva qualcosa di spettacolare, non un qualcosa di così straordinariamente ordinario come il cane che si trovava davanti!
Gli lanciò una lunga occhiata, rimanendo impassibile.
Sapeva che una volta si sarebbe sciolto davanti a quell'animale e che sarebbe corso davanti a sua madre, ignorando con tranquillità tutto quello che stava facendo, per pregare di tenerlo con sé. E sapeva che la stessa cosa avrebbe fatto la sua adorabile nipotina, ma lei non l'avrebbe certo visto. Infatti, ora Mikaili era impassibile, davanti all'animale, anche se intimamente ne era leggermente infastidito.
Decise di sistemare la cosa, voleva qualcosa di meglio!]
Sparisci! [gli sussurrò, muovendo il piede per scacciarlo.]

[Mikaili || New York, Central Park || Scimitarra in vita, pugnale nello stivale e beretta nella fondina della giacca]

[Lo stava irritando grandemente: nonostante avesse cercato di mandarlo via, quel dannato cagnaccio non ne voleva sapere e persisteva.
Anzi, quando cominciò ad abbaiare per poi afferrare i suoi pantaloni avrebbe volentieri estratto la sua amata pistola per spaventarlo, dato che ucciderlo sarebbe stato troppo. Non voleva perderci tanto tempo con quel sacco di pulci, gli avrebbe solo rovinato l'umore più di quanto non stava facendo.
Ma quando continuò ad abbaiare non poté fare altro che fissarlo negli occhi, osservando come si allontanava. Cerca qualcosa di particolare, in quegli occhi, qualcosa che non riusciva a decifrare.
Sospirò, rassegnato, e si alzò in piedi; Com'è possibile che un semplice animale sia in grado di influenzarmi? si chiese, lanciando uno sguardo alla nipotina che ancora giocava ignara del cane.]
Si può sapere cosa vuoi?

[Mikaili || New York, Central Park || Scimitarra in vita, pugnale nello stivale e beretta nella fondina della giacca]

[Mikaili alzò un sopracciglio, vedendo il cane abbaiare e poi correre via per nascondersi in un cespuglio. Rimase immobile per qualche attimo, attonito, poi scrollò le spalle.]
- Johanna! [chiamò, attirando l'attenzione della bambina.] - Io mi allontano un attimo, torno subito, tu fai la brava e... -
- Urla se qualcuno ti dà fastidio, lo so! Stai tranquillo, zio! [lo interruppe la piccola, che si era avvicinata per ascoltare.] - Me lo ripeti sempre, ormai l'ho imparato!
[Il semidio semplicemente sorrise, arruffandole i capelli e rimandandola a giocare. Non poté fare a meno di pensare che era fortunato ad avere la sua nipotina, non sapeva, altrimenti, che fine avrebbe fatto.
Arrivato al cespuglio, non riuscì a trovare il cane, perché al suo posto c'era una ragazza dai capelli biondi, seduta con le braccia incrociate attorno alle gambe.] - <b>E adesso dov'è finito quel cagnaccio?

[Mikaili || New York, Central Park || Scimitarra in vita, pugnale nello stivale e beretta nella fondina della giacca]

[Ma che diavolo...! si ritrovò a pensare.
La ragazza davanti a lui, incredibilmente bella, aveva appena abbaiato e a lui era immediatamente venuto in mente quel dannatissimo cagnaccio che l'aveva fatto alzare e allontanare dall'adorata nipotina.
Non riusciva a comprendere cosa fosse. Un angelo, forse? Ma non conosceva alcun angelo con capacità simili, altrimenti era sicuro che qualcuno gliel'avrebbe detto... Insomma, non era una cosa da tutti i giorni e era un'informazione importantissima per un combattimento, perché avrebbe potuto costargli la vita se non fosse stato attento. Certo, era un po' che non vedeva nessuno dei suoi fratelli o qualche semidio con cui era stato al campo, ma in ogni caso avrebbero potuto mandare un messaggio.]
- Ci conosciamo? - [chiese, portando la mano sull'elsa della scimitarra, all'erta. Non sapeva cosa quella donna-cane volesse da lui e mai avrebbe abbassato la guardia, perché in gioco c'era anche la vita di Joanna.]

[Mikaili || New York, Central Park || Scimitarra in vita, pugnale nello stivale e beretta nella fondina della giacca]

[La ragazza gli rivelò che lo stava cercando; o meglio, che cercava qualcuno ma non sapeva che era lui.
Si chiese se fosse pazza: come era possibile cercare qualcuno senza sapere chi fosse? A meno che non avesse una foto, ma in quel caso avrebbe, in un certo senso, saputo. E poi, quello non gli sembrava il caso, a giudicare da come l'aveva raccontato la ragazza.
Poi, gli venne il dubbio di chiedersi che cosa esattamente fosse quella ragazza; in fondo, da un semplice cagnaccio fastidioso era diventata un vero e proprio schianto. Che fosse un angelo? Improbabile, però... probabilmente, era qualcosa di ancora diverso e di cui lui non aveva conoscenza.]
Quello in cui credo o meno è irrilevante [disse, serio.] Per quale motivo mi cercava?